
Le importazioni parallele e il mercato automobilistico russo(www.panorama-auto.it)
A tre anni dal conflitto in Ucraina, le sanzioni economiche sembrano non aver raggiunto l’obiettivo di isolare completamente la Russia.
Nonostante il ritiro ufficiale delle case automobilistiche europee, americane, giapponesi e coreane, i consumatori russi continuano infatti ad acquistare modelli occidentali grazie a un fiorente sistema di importazioni parallele che aggirano efficacemente i divieti imposti.
Dall’inizio del 2022, tutti i principali produttori automobilistici occidentali – tra cui Toyota, Hyundai, Kia, Volkswagen e Renault – hanno abbandonato il mercato russo, lasciando sguarnito un segmento importante, considerando che la Russia si collocava all’undicesimo posto mondiale per volume di vendite nel 2021. Le fabbriche di questi marchi, alcune delle quali con stabilimenti produttivi direttamente in Russia, sono state chiuse o cedute, ma il mercato non si è fermato.
Secondo i dati della Direzione per la Sicurezza del Traffico della Russia (GIBDD), nei primi sei mesi del 2025 le vendite di veicoli in Russia sono dominati dai marchi cinesi, con una quota di mercato salita al 56%, mentre i produttori russi coprono un ulteriore 34%. Tuttavia, il restante 10% delle vendite è occupato da veicoli di origine occidentale, un dato che smentisce l’efficacia delle restrizioni.
Il fenomeno più rilevante in questo segmento è rappresentato dall’azienda russa Solaris, che assemblea senza licenza modelli Hyundai e Kia nel suo stabilimento di San Pietroburgo, dove produce la Hyundai Creta, la Kia Rio e la Hyundai Accent, rinominate rispettivamente Solaris HC, KR e HS. Solaris ha venduto nel primo semestre del 2025 oltre 10.000 unità di questi modelli, più di molti marchi ufficiali occidentali.
Alle spalle di Solaris, Toyota si piazza con quasi 7.800 unità vendute, seguita da BMW (5.300), Mercedes (4.000), Hyundai (3.200) e Kia (3.000). Questi numeri sono resi possibili grazie a un diffuso sistema di importazioni parallele, spesso gestito da privati che acquistano direttamente da Cina, Corea del Sud o Europa, facendo transitare le auto attraverso Paesi dell’Asia Centrale come il Kazakistan, che funge da hub logistico.
Nel complesso, nel solo primo semestre 2025 sono state vendute in Russia circa 39.000 auto di marchi occidentali, una cifra che evidenzia la sostanziale inefficacia delle sanzioni economiche sul settore automobilistico.
La Cina protagonista della nuova geografia automobilistica russa
Il ritiro dei costruttori occidentali ha aperto uno scenario favorevole per i brand cinesi, che hanno rapidamente aumentato la loro presenza in Russia. Nel 2024, la Russia è diventata il mercato estero più grande per i produttori automobilistici cinesi, che hanno saputo occupare lo spazio lasciato libero dagli occidentali.
Le case cinesi più vendute in Russia nel primo semestre del 2025 includono Haval (63.929 unità), Chery (55.250), Geely (35.578), Changan (30.017), Belgee (17.833), Jetour (15.705), Omoda (13.341) e Jaecoo (9.809), tra le altre. Questi marchi si affiancano ai produttori nazionali come Lada (162.791) e GAZ (17.802), confermando un mercato dominato da realtà locali e asiatiche.
Questa nuova configurazione ha portato a un netto cambiamento nel panorama automobilistico russo, con la Cina che si riconferma il grande vincitore del post-sanzioni, approfittando della marginalizzazione temporanea dei produttori occidentali e della debolezza relativa dei modelli russi, spesso basati su vecchie piattaforme.

L’imposizione delle sanzioni economiche e commerciali da parte dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali è stata una risposta diretta all’invasione russa dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022. Tuttavia, l’efficacia di queste misure nel settore automobilistico appare limitata, soprattutto a causa della capacità russa di aggirare i divieti attraverso canali di importazioni non ufficiali.
Il presidente Vladimir Putin, al potere in Russia da oltre due decenni, ha guidato il Paese in una fase di crescente isolamento internazionale, ma la resilienza del mercato interno e la collaborazione con partner strategici come la Cina hanno contribuito a mitigare l’impatto delle restrizioni occidentali.
Questo contesto si inserisce in un quadro geopolitico complesso, dove la Russia continua a cercare nuove alleanze e a ristrutturare la propria economia per superare le difficoltà imposte dalle sanzioni. Tuttavia, la domanda interna di prodotti occidentali, auto comprese, resta significativa, alimentando un mercato grigio che alimenta anche tensioni diplomatiche e commerciali.
Le marche di auto più vendute in Russia nel 2025
Ecco la classifica aggiornata delle vetture più vendute in Russia nel primo semestre del 2025, che riflette la nuova realtà del mercato:
| Marca | Origine | Unità vendute (1° semestre 2025) |
|———–|————|———————————|
| Lada | Russia | 162.791 |
| Haval | Cina | 63.929 |
| Chery | Cina | 55.250 |
| Geely | Cina | 35.578 |
| Changan | Cina | 30.017 |
| Belgee | Cina | 17.833 |
| GAZ | Russia | 17.802 |
| Jetour | Cina | 15.705 |
| Omoda | Cina | 13.341 |
| Solaris | Corea | 10.480 |
| Jaecoo | Cina | 9.809 |
| UAZ | Russia | 9.783 |
| Exeed | Cina | 9.716 |
| Tank | Cina | 8.220 |
| Toyota | Giappone | 7.780 |
| Moskvich | Cina | 7.359 |
| GAC | Cina | 7.352 |
| BMW | Germania | 5.278 |
| Lixiang | Cina | 5.130 |
| Jac | Cina | 4.576 |
| Sollers | Russia | 4.381 |
| Mercedes | Germania | 4.022 |
| Xcite | Cina | 3.527 |
| BAIC | Cina | 3.359 |
Questa tabella conferma la netta predominanza dei marchi cinesi e russi nel mercato russo, con una presenza significativa di marchi occidentali ancora attivi, sebbene in misura ridotta e spesso attraverso circuiti non ufficiali.
L’analisi dell’esperto Felipe Munoz, specialista dell’industria automobilistica presso JATO Dynamics, evidenzia come la situazione attuale rappresenti una sfida complessa per l’Occidente: le sanzioni, pur pesanti sotto molti aspetti, non riescono a interrompere completamente i flussi commerciali di beni ambiti come le automobili occidentali.
Questa dinamica lascia aperti scenari futuri in cui la Russia potrebbe continuare a mantenere un collegamento con il mercato globale automobilistico, benché in forme meno trasparenti, mentre la Cina consolida ulteriormente il suo ruolo di partner strategico e fornitore principale.