
Multa in vacanza (Depositphotos foto) - www.panorama-auto.it
È obbligatorio pagare una multa presa all’estero? Ecco cosa prevede la normativa italiana ed europea in questi casi.
Durante le vacanze all’estero, soprattutto quando si noleggia un veicolo per spostarsi con maggiore libertà, può capitare di incorrere in una sanzione amministrativa per infrazioni al codice della strada locale. Una volta rientrati in Italia, tra i souvenir potrebbe arrivare anche una multa notificata a distanza di settimane o mesi. Ma quali sono le conseguenze in caso di mancato pagamento?
La risposta normativa è chiara: la multa elevata all’estero deve essere pagata. L’Unione Europea ha attivato un sistema di cooperazione amministrativa noto come “Cross Border”, che consente lo scambio di dati tra gli Stati membri per rintracciare i trasgressori e notificare loro le sanzioni anche se residenti in un altro Paese. Questo sistema è operativo per tutti i veicoli immatricolati nell’Unione Europea e permette di identificare il proprietario del mezzo e inviare la notifica della multa direttamente al suo domicilio. Di conseguenza, un cittadino italiano che riceve una multa in Francia o in Spagna, così come un francese che viene sanzionato in Italia, sarà tenuto a pagare la somma prevista.
In caso di mancato pagamento, la sanzione può aumentare e, nei casi più gravi, il trasgressore può essere chiamato a rispondere davanti a un tribunale italiano. Il fascicolo relativo alla violazione viene infatti trasmesso dall’autorità straniera competente all’Autorità giudiziaria italiana, che ne ordinerà l’esecuzione.
Quali infrazioni sono contestabili e come funziona la notifica?
Non tutte le violazioni al codice della strada sono oggetto del sistema di cooperazione europeo. Le infrazioni per cui è possibile ricevere una multa dall’estero e doverla pagare in Italia riguardano principalmente: eccesso di velocità rispetto ai limiti del Paese in cui si circola; passaggio con il semaforo rosso; mancato utilizzo delle cinture di sicurezza o dei dispositivi di ritenuta per bambini; mancato uso del casco per motociclisti; guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti; circolazione su corsie vietate; uso del cellulare o di altri dispositivi durante la guida.
È importante sottolineare che le sanzioni si applicano in base alle norme vigenti nel Paese in cui si commette l’infrazione. Per esempio, un tasso alcolemico pari a 0,3 g/l è sanzionabile in Repubblica Ceca, dove il limite è zero, anche se in Italia tale livello potrebbe non comportare una multa.

In Italia, la notifica della multa deve avvenire entro 360 giorni dall’infrazione. Il verbale deve contenere tutte le informazioni essenziali: tipo di violazione, luogo, data e ora dell’infrazione, sanzioni previste e strumento utilizzato per rilevarla (ad esempio autovelox o telecamera). Al momento della ricezione, il destinatario può scegliere tra diverse opzioni: confermare di aver commesso l’infrazione; contestare la multa; indicare l’effettivo conducente del veicolo al momento dell’infrazione, qualora diverso dal proprietario. Il pagamento deve essere effettuato secondo le modalità e i termini indicati nel verbale.
Mancato pagamento e conseguenze legali
Ignorare una multa arrivata dall’estero non è mai una buona scelta. Se il trasgressore non adempie al pagamento, l’autorità del Paese in cui è avvenuta l’infrazione può avviare una procedura di recupero internazionale, che coinvolge anche la giustizia italiana.
In tal caso, il conducente rischia di ricevere a casa la cosiddetta “notifica in busta verde”, un avviso ufficiale che lo informa dell’avvio di un procedimento giudiziario volto a riconoscere e far eseguire la sanzione anche in Italia. Questo può comportare costi aggiuntivi e complicazioni legali di non poco conto.
Il sistema europeo di scambio dati, quindi, rende molto difficile sottrarsi al pagamento di una multa presa in un altro Paese UE, ponendo in evidenza l’importanza di rispettare sempre le norme stradali anche durante i viaggi all’estero.