
Torna la livrea storica (Martini Racing) - www.PanoramaAuto.it
Siamo abituati a vederla sulle bellissime 037 o Delta Integrale. Invece, la scelta audace di riprendere la livrea Martini Racing è avvenuta con questo strano mezzo.
La storica livrea Martini torna a far parlare di sé, ma stavolta è su un veicolo che lascia più di qualche perplessità agli appassionati: il “Ford Centennial Flyer”, un gravity racer firmato Ford e Martini, sviluppato sotto la supervisione di Peter Stevens e con al volante il leggendario Tiff Needell. Non stiamo parlando di una vettura da corsa tradizionale, ma di un prototipo senza motore, spinto solo dalla forza di gravità, che ha fatto il suo debutto in competizioni downhill, affascinando e confondendo allo stesso tempo.
Il gravity racer è una creazione unica nel mondo del motorsport. Conosciuto anche come soapbox, billy cart o bogie a seconda della regione, è un veicolo minimale, privo di motore, progettato per correre in discesa sfruttando esclusivamente la gravità. Il Ford Centennial Flyer, nato dalla collaborazione tra il leggendario designer Peter Stevens – co-creatore della McLaren F1 – e gli studenti del Royal College of Art, è un esempio estremo di questa disciplina. Costruito con componenti da bicicletta e materiali leggeri, il progetto ha avuto come obiettivo quello di minimizzare il peso e la resistenza aerodinamica, garantendo così la massima velocità in discesa.
Tiff Needell, ex pilota di Formula 1 e volto noto di Top Gear e Fifth Gear, è stato la celebrità che ha portato questo strano bolide a sfidare la gravità sulle celebri colline del Goodwood Festival of Speed. La sfida contro Vicki Butler Henderson, anch’essa conduttrice di Fifth Gear, ha acceso l’interesse di molti, ma non senza lasciar spazio a dubbi e critiche. La macchina, infatti, più che un veicolo da corsa sembra un giocattolo di design, un esperimento artigianale che mescola ingegneria e arte contemporanea.
Muoversi con la sola gravità
Il cuore del gravity racer risiede nella sua semplicità estrema, ma dietro c’è una complessità tecnica non indifferente. Per correre senza motore, ogni grammo conta. La progettazione deve puntare a ridurre al minimo ogni forma di attrito: dai cuscinetti alle gomme, passando per la posizione del pilota, che deve stare il più basso possibile per abbassare il baricentro e l’area frontale. Nel caso del Centennial Flyer, sono state utilizzate gomme Continental S Lick per superfici lisce, mentre quelle Michelin montate originariamente erano più adatte a tracciati irregolari.

La gara, però, non è solo una questione di velocità pura. L’abilità del pilota si misura nella capacità di gestire frenate minime per mantenere la massima velocità, affrontare curve e ostacoli con precisione millimetrica. Non è un caso se i migliori risultati si ottengono con una guida quasi perfetta, dove anche un piccolo errore può costare la vittoria. La storia del Ford Centennial Flyer racconta di vittorie e sconfitte, come quella curiosa contro un gravity racer mascherato da mucca nella Red Bull Soapbox Race di Roundhey Park Leeds.
Dopo una vita intensa tra discese e competizioni amatoriali, il Ford Centennial Flyer si appresta a un nuovo capitolo: sarà messo all’asta da H&H Auctions a inizio luglio senza prezzo di riserva. Per gli appassionati di motori e collezionisti, questa è un’occasione unica per mettere le mani su un pezzo di storia che unisce l’arte del design automobilistico alla passione per le corse più originali. Accompagnato da una ricca documentazione tecnica e storica, il bolide promette di attirare l’attenzione non solo per la sua livrea Martini e Ford, ma anche per il suo ruolo di testimonianza di un’epoca in cui l’innovazione si mescolava con la pura follia creativa.
Un veicolo assurdo? Forse. Un’icona? Sicuramente. Il Ford Centennial Flyer rimane un simbolo di come anche una semplice discesa possa trasformarsi in una sfida tecnica e artistica, capace di dividere gli appassionati tra chi ne ammira l’audacia e chi la considera solo un curioso esperimento fuori dal tempo. Il fatto che sfoggi questa livrea, poi, rende il veicolo ancora più singolare ed interessante.