Auto sportive usate – Ferrari 360 Modena
Il “ferrarino” degli anni ’90 si trova al prezzo di un’Alfa Romeo 4C. Voi cosa scegliereste?







Provo molto affetto per la Ferrari 360 Modena: essendo stato adolescente negli anni ’90, lei è stata la mia Ferrari dei sogni da ragazzino, e le auto che si sognano quando si è ragazzini trovano un posto speciale nel cuore. Prodotta dal 1999 al 2004, la Modena ha avuto il duro compito di sostituire la Ferrari F355. Era un’auto rivoluzionaria per il cavallino: niente più fari anteriori a scomparsa, linee morbide e sinuose un peso inferiore del 30% rispetto alla progenitrice grazie al largo impiego di alluminio.
Il motore invece è un’evoluzione di quello della 355: un “piccolo” V8 di 90° da 3,6 litri con 5 valvole per cilindro (con la F430 si è passati alle 4 valvole per cilindro). Produce 400 CV a 8500 giri e 370 Nm di coppia a 3.750 giri. Abbastanza per lanciarla da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi fino alla velocità massima di 395 km/h. La Ferrari 360 Modena monta un cambio manuale a 6 rapporti con la stupenda ghiera in alluminio, ma volendo c’è anche con il cambio sequenziale robotizzato sempre a sei rapporti, più brusco nell’azione ma delicato e rognoso.
AL VOLANTE DELLA FERRARI 360 MODENA
Certo, per gli standard di oggi non è velocissima, ma regala comunque sensazioni fantastiche. È un’auto intimidatoria, nervosa, anche poco sincera nelle sue azioni. Come ogni auto con il motore centrale, da la sensazione di “galleggiare” su quel filo sottile, a metà tra sovrasterzo e sottosterzo. A metà curva va bilanciata con il gas, ma con attenzione, perché troppa irruenza potrebbe avere risvolti poco graditi. Il motore è molto vuoto in basso e dà il meglio sé sopra i 6.000 giri. Oltre quella soglia, la colonna sonora diventa galvanizzante e presto ne sarete assuefatti. Il suono è più acuto e stridente dei moderni V8 Ferrari, anche per merito della cilindrata minore, ma soprattutto grazie alle 5 valvole per cilindro. È un suono da auto da corsa vecchia scuola, meraviglioso.
Il cambio manuale è duretto ma è una vera gioia da manovrare, mentre il sequenziale tira delle botte sulla schiena molto emozionanti quanto si tira, ma fastidiose alle basse velocità.