
L'invasione delle auto cinesi in Russia(www.panorama-auto.it)
La crescente presenza delle auto cinesi sta generando tensioni economiche, con ripercussioni significative sull’industria automobilistica.
L’invasione del mercato russo da parte delle case automobilistiche cinesi rappresenta un fenomeno che rischia di compromettere la tenuta dell’intero settore nazionale.
Nel 2024, la Cina ha esportato oltre un milione di veicoli in Russia, segnando un aumento impressionante di circa sette volte rispetto all’anno precedente, secondo i dati forniti dalla China Passenger Car Association (CPCA) e riportati da fonti internazionali. La Russia si conferma come il più grande mercato di esportazione cinese, con una quota di mercato pari al 30%.
Questa impennata è stata favorita in parte dall’uscita dal mercato russo di numerose case automobilistiche occidentali in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022. Le marche cinesi più presenti sono quelle di Chery, Geely e Great Wall Motor, che insieme detengono quasi due terzi del mercato russo, predominando con veicoli a motore a combustione interna, dato il limitato sviluppo della domanda di veicoli elettrici nel Paese.
Reazioni di Mosca e conseguenze sull’economia locale
L’aumento massiccio delle importazioni di auto cinesi ha spinto il governo russo a intervenire con un aumento significativo delle tariffe doganali: le imposte sulle auto importate sono state elevate a circa 7.500 dollari, rispetto ai circa 5.790 dollari di ottobre 2024, con ulteriori incrementi annuali già previsti. Secondo un rapporto del Rhodium Group, questa misura testimonia la riluttanza di Mosca a trasformare il proprio mercato in un “magazzino” per l’eccesso di produzione cinese.
Il timore principale riguarda la sopravvivenza delle imprese automobilistiche russe e del settore dei componenti, che stanno subendo una forte concorrenza da parte dei prodotti cinesi più economici e tecnologicamente avanzati. Il CEO di AvtoVAZ, Maxim Sokolov, ha dichiarato che l’invasione delle auto cinesi rappresenta “una minaccia reale per la sostenibilità dell’industria automobilistica e dei fornitori nazionali”.

A livello globale, la Cina ha esportato 6,41 milioni di veicoli nel 2024, con una crescita del 23% rispetto all’anno precedente. Oltre alla Russia, i principali mercati di destinazione includono Messico e Emirati Arabi Uniti. In molti Paesi emergenti, le vetture cinesi, soprattutto i modelli elettrici ad alta tecnologia dal prezzo competitivo, stanno sottraendo quote di mercato ai marchi tedeschi e giapponesi, come dimostrano i casi di Brasile, Messico e Sud-est asiatico.
Tuttavia, questa espansione non è priva di ostacoli: l’Unione Europea ha infatti approvato nell’ottobre 2024 un pacchetto di dazi contro i veicoli elettrici cinesi, mentre gli Stati Uniti hanno imposto restrizioni commerciali nel maggio dello stesso anno. Come risposta, i produttori cinesi di EV come BYD, Geely e SAIC stanno ampliando la loro presenza internazionale attraverso investimenti strategici e la creazione di impianti produttivi locali, per aggirare le barriere tariffarie e sfruttare la domanda in crescita.
L’aumento dell’export cinese e la pressione sulle industrie russe rappresentano dunque un fenomeno complesso, che intreccia interessi economici, geopolitici e industriali, con impatti duraturi sull’equilibrio del mercato automobilistico in Eurasia.