
Un problema da risolvere... - www.PanoramaAuto.it
La casa produttrice in rapida ascesa abbatte i prezzi. Ecco perché è un problema.
Il recente annuncio del colosso cinese BYD riguardo al drastico abbattimento dei prezzi delle sue auto elettriche e ibride plug-in ha suscitato un ampio dibattito nel settore automobilistico. Con una riduzione dei listini fino al 35% su oltre 20 modelli, questa manovra potrebbe apparire vantaggiosa per i consumatori. Tuttavia, nasconde un potenziale rischio per l’intera industria, specialmente in un contesto di sovraccapacità produttiva e perdite diffuse tra i produttori.
Byd, che ha recentemente conquistato il titolo di principale concorrente di Tesla in Europa, ha deciso di ridurre i prezzi per rimanere competitivo nel mercato cinese, dove oltre 100 produttori di veicoli elettrici si contendono una fetta di un mercato in rallentamento. I nuovi prezzi vedono la berlina Seal O7 scendere di circa 6.500 euro, mentre il modello più economico, l’utilitaria Seagull, è ora venduto a partire da 6.800 euro. Questa mossa ha immediatamente innescato una reazione a catena tra i concorrenti, con aziende come Changan e Leapmotor che hanno già annunciato riduzioni significative dei loro listini.
La strategia di Byd non ha solo l’obiettivo di stimolare le vendite, ma anche di ridurre le scorte accumulate, un problema crescente in un mercato che ha visto un boom di produzione ma un rallentamento della domanda. Nonostante Byd controlli circa il 30% delle vendite nel mercato cinese, l’aumento della concorrenza ha reso necessario questo intervento drastico per mantenere la propria quota.
Gli investitori sono nel pallone!
La guerra dei prezzi avviata da Byd ha sollevato preoccupazioni tra gli investitori, già allarmati dalle perdite finanziarie diffuse nel settore. I titoli di Byd sono calati dell’8,3% a Hong Kong, trascinando al ribasso anche altri produttori elettrici cinesi come Geely e Nio. La situazione si complica ulteriormente a causa di una sovraccapacità produttiva stimata al 50%, secondo la società di consulenza Alixpartners. Questo significa che le fabbriche cinesi possono produrre oltre 50 milioni di veicoli all’anno, un numero che supera ampiamente le vendite attuali nel mercato domestico.
Le case automobilistiche cinesi, in gran parte, operano in perdita. Fino ad ora, hanno potuto contare su generosi sussidi statali e sull’aspettativa di un’espansione del mercato, sia in patria che all’estero. Tuttavia, se questi sussidi venissero ridotti o eliminati, la situazione finanziaria di molti produttori potrebbe deteriorarsi rapidamente, portando a un possibile collasso dell’intero settore.

Le autorità cinesi hanno iniziato a esprimere preoccupazioni riguardo ai rischi di questa competizione aggressiva. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme ha avvertito che alcune aziende stanno adottando strategie di prezzo “ultra-bassi”, vendendo addirittura sotto costo. Li Chao, portavoce della commissione, ha sottolineato che tali pratiche potrebbero distorcere il mercato e violare le regole della concorrenza leale, suggerendo la necessità di un intervento correttivo.
La situazione è ulteriormente complicata dalla crescente presenza delle case automobilistiche cinesi in Europa, dove stanno cercando di espandere la loro quota di mercato in un contesto già competitivo. L’abbassamento dei prezzi potrebbe rendere i veicoli cinesi più attraenti per i consumatori europei, ma potrebbe anche innescare una crisi di sovrapproduzione che rischierebbe di danneggiare non solo i produttori cinesi, ma anche quelli europei.
In questo contesto di instabilità, il timore è che il settore automobilistico cinese possa vivere una crisi simile a quella che ha colpito il mercato immobiliare, con fallimenti a catena se la situazione non verrà gestita con attenzione. La rapida fluttuazione dei prezzi potrebbe compromettere la sostenibilità economica delle aziende coinvolte, che da anni si trovano a fronteggiare un mercato sempre più difficile e competitivo.
Con l’industria automobilistica globale che si trova a un bivio, è fondamentale monitorare come le autorità e i produttori reagiranno a questi sviluppi. La risposta a questa guerra dei prezzi potrebbe determinare il futuro del mercato automobilistico non solo in Cina, ma in tutto il mondo, con ripercussioni su occupazione, innovazione e la transizione verso una mobilità sostenibile.