
Una lettera pericolosa - www.PanoramaAuto.it
Allarme rosso per l’azienda europea, i dipendenti sono già stati avvertiti del problema.
La celebre casa automobilistica tedesca attraversa un momento estremamente difficile, come confermato da una lettera interna inviata da Oliver Blume, amministratore delegato dell’azienda, ai propri dipendenti. In un messaggio che non lascia spazio a ottimismi, Blume ha definito la situazione “grave” e ha annunciato l’avvio di un nuovo piano per contenere i costi e garantire la sostenibilità futura del marchio.
Nella comunicazione ufficiale, Blume, CEO di Porsche, nota casa di Stoccarda, sottolinea come il settore dell’automotive stia vivendo una fase di grande instabilità e cambiamento rapido: “Le nostre condizioni quadro si sono deteriorate enormemente in un breve lasso di tempo”, si legge nella lettera. Il dirigente ha inoltre anticipato che nella seconda metà del 2025 saranno avviate trattative tra rappresentanti dei datori di lavoro e sindacati per definire un secondo pacchetto di misure strutturali. L’obiettivo è chiaro: assicurare la performance a lungo termine dell’azienda in un contesto di mercato sempre più sfidante.
Il messaggio è arrivato in un momento in cui l’intero comparto automobilistico è sottoposto a forti pressioni, dovute sia all’andamento altalenante della domanda, sia al lento sviluppo della mobilità elettrica in molti mercati, fenomeno che sta impattando pesantemente sui piani di crescita di Porsche. Blume stesso ha ammesso che la casa tedesca è stata colpita “più duramente di molte altre case automobilistiche”.
La questione dei posti di lavoro e la strategia di riduzione costi
Un nodo particolarmente delicato riguarda la gestione del personale. All’inizio del 2025 Porsche aveva comunicato un piano per ridurre 1.900 posti di lavoro nell’area di Stoccarda entro il 2029, mantenendo tuttavia un impegno a evitare licenziamenti per motivi operativi fino al 2030. Questo significa che, fino a quella data, verranno privilegiate dimissioni volontarie e altre forme di riorganizzazione interna.
Il nuovo pacchetto di misure, però, potrebbe introdurre ulteriori cambiamenti, anche se al momento non è stato chiarito se ci saranno tagli aggiuntivi ai posti di lavoro. La lettera di Blume invita comunque i dipendenti a prepararsi a una fase di “severe misure” per contenere i costi, un passaggio ritenuto indispensabile per preservare la competitività di Porsche nel lungo termine.

I numeri confermano le difficoltà del gruppo tedesco. Dopo la crisi del 2024, i risultati del primo trimestre 2025 mostrano un calo significativo. L’utile operativo si è attestato a 760 milioni di euro, ovvero il 40,6% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche il fatturato ha subito una flessione, raggiungendo gli 8,86 miliardi di euro, un valore inferiore rispetto all’anno passato.
Questi dati riflettono le sfide di un mercato in rapida evoluzione, caratterizzato da una transizione lenta verso la mobilità elettrica e da una concorrenza sempre più agguerrita. Porsche, storicamente forte nel segmento delle auto sportive di lusso, si trova ora a dover adattare il proprio modello di business a nuove condizioni di mercato, che richiedono flessibilità e cambiamenti strutturali profondi.
La lettera di Blume rappresenta dunque un campanello d’allarme per tutti i dipendenti e un segnale della necessità di rivedere strategie e investimenti per affrontare un futuro incerto ma ricco di sfide. Speriamo soltanto che licenziamenti e tagli non siano il vero futuro del colosso dei motori.