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Non ha senso guidare un’auto a 140 km/h in Autostrada: il perché lo spiega un matematico

Scopri con José Ángel Murcia perché viaggiare a 140 km/h non risparmia tempo e aumenta i rischi.
Christian Camberini Maggio 2, 2025
140 km/h autostrada non serve

Andare a 140 km/h in autostrada serve davvero? L'analisi (www.panorama-auto.it)

Scopri perché viaggiare a 140 km/h non porta a risparmi di tempo significativi e aumenta i rischi: lo spiega un matematico.

Un matematico esplora le implicazioni matematiche e pratiche della guida a velocità elevate. Scopri perché viaggiare a 140 km/h non porta a risparmi di tempo significativi e aumenta i rischi.

Introduzione alla velocità e alle sue implicazioni legali

La velocità in strada è un elemento cruciale che influisce non solo sulla sicurezza degli automobilisti, ma anche sulla loro esperienza di viaggio. Le normative riguardanti i limiti di velocità sono state istituite principalmente per garantire la sicurezza di tutti gli utenti della strada, evitando incidenti che possono risultare catastrofici. In Italia, ad esempio, la velocità massima consentita sulle autostrade è di 130 km/h, con alcune eccezioni che consentono di raggiungere i 150 km/h in determinati tratti. Tuttavia, infrangere questi limiti comporta non solo sanzioni pecuniarie, ma anche un aumento del rischio di incidenti. Nonostante i limiti chiari, molti automobilisti scelgono di viaggiare a velocità superiori ai 140 km/h, sotto la falsa convinzione che ciò permetta di risparmiare un tempo significativo durante il viaggio.

140 km/h autostrada non serve
Andare a 140 chiloemtri orari in autostrada non serve a ridurre i tempi di viaggio notevolmente, è un rischio inutile (www.panorama-auto.it)

José Ángel Murcia, matematico di professione, ha analizzato il rapporto tra velocità e tempo per smentire convinzioni comuni sul vantaggio di viaggiare a velocità elevate. Attraverso un’analisi matematica semplice ma efficace, Murcia illustra come l’incremento della velocità non si traduca in un risparmio di tempo significativo. Utilizzando formule matematiche e esempi pratici, dimostra che il guadagno in termini di minuti risparmiati è molto meno rilevante di quanto si possa pensare. L’analisi matematica di Murcia considera anche variabili come il traffico, le condizioni stradali e la frequenza delle fermate obbligatorie, tutti fattori che influiscono sul tempo effettivo di viaggio. La sua argomentazione centrale ruota attorno al concetto che l’aumento della velocità porta con sé maggiori rischi rispetto ai benefici percepiti, rendendo la matematica un potente alleato nell’avvertire gli automobilisti sui pericoli di superare i limiti di velocità.

Perché 140 km/h non risparmia tempo significativo

Viaggiare a 140 km/h, se comparato con viaggiare a 130 km/h, sembra offrire un’apparente opportunità di risparmiare tempo, ma José Ángel Murcia smonta questa idea con la logica matematica. Egli sottolinea come la differenza di tempo nei normali tragitti automobilistici sia minima. Prendiamo un esempio pratico: un viaggio di 100 km a 130 km/h richiede circa 46 minuti, mentre a 140 km/h il tempo necessario sarebbe di circa 43 minuti. Il risparmio netto, in questo caso, è appena di 3 minuti. Murcia osserva che, nei consueti percorsi giornalieri, dove si considerano fattori quali il traffico e i limiti delle altre strade urbane o extraurbane, questo risparmio viene spesso annullato. Inoltre, le variabili incontrovertibili delle strade – come semafori, curve e pedaggi – riducono ancora di più i vantaggi inutilizzati della velocità elevata.

La relazione tra velocità e tempo risparmiato è paradossalmente inversa nei termini di efficienza, come sottolinea Murcia. Mentre la velocità nominale può sembrare promettere minori tempistiche, nella pratica il guadagno di pochi minuti non giustifica i rischi aggiuntivi. Murcia illustra come un piccolo aumento di velocità, ad esempio da 130 a 140 km/h, offre un risparmio temporale che scende rispetto all’aumento dei rischi sulla sicurezza. Come la matematica dimostra, l’effettiva efficienza della velocità diminuisce quanto più si tenta di incrementarla oltre certi parametri ottimali. Tale relazione inversa viene esacerbata da fattori esterni come il meteo avverso e la congestione stradale, elementi che possono demolire completamente qualsiasi vantaggio teorico dell’accelerazione aggiuntiva. Questa percezione errata viene smontata attraverso analisi matematiche semplici ma efficaci che avvertono gli automobilisti di praticare prudenza piuttosto che cercare risparmi marginali.

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