
Stellantis, un altro richiamo - www.PanoramaAuto.it
Dopo la “tragica” vicenda del motore PureTech 1.3, ecco un’altro richiamo devastante per la holding olandese.
È di nuovo allarme Stellantis, che lancia un vasto richiamo europeo coinvolgendo ben 636 mila vetture diesel prodotte tra il 2017 e il 2023. La bufera riguarda i modelli più diffusi di Peugeot, Citroën, Opel/Vauxhall e DS, tutti equipaggiati con il controverso motore 1.5 Blue HDi.
Il cuore del problema è un possibile difetto alla catena di distribuzione, componente fondamentale che regola con precisione l’apertura e la chiusura delle valvole di aspirazione e scarico tramite l’albero a camme. Secondo quanto emerso, questa catena potrebbe usurarsi precocemente, causando un fastidioso e anomalo rumore al motore. Ma non è tutto: nei casi peggiori si potrebbe arrivare alla rottura della catena, con danni gravissimi al propulsore che potrebbero tradursi in costose riparazioni o, peggio, in pericoli per la sicurezza del veicolo.
Nonostante l’allarme, Stellantis ha negato finora che siano stati registrati incidenti o infortuni direttamente riconducibili al difetto, ma il richiamo massiccio è un chiaro segnale della gravità della situazione. L’azienda ha confermato la campagna di richiamo ad alcuni media francesi, ma ha mantenuto un profilo piuttosto riservato sulle tempistiche e modalità dettagliate.
Come funziona la riparazione e quali modelli sono coinvolti
L’intervento tecnico previsto da Stellantis prevede un doppio binario: un aggiornamento del software di gestione motore e, nel caso in cui l’usura della catena sia accertata, la sostituzione della catena stessa e dell’olio motore. Per facilitare la diagnosi, è stata sviluppata una speciale applicazione per officine e concessionarie autorizzate: grazie all’analisi del rumore emesso dal motore sarà possibile individuare rapidamente i veicoli a rischio.
Il richiamo segue un precedente giro di verifica su 760 mila veicoli effettuato in Francia nel 2024, che ha interessato modelli Peugeot e Citroën prodotti tra il 2018 e il 2021. Questa nuova campagna allarga la platea, includendo anche gli esemplari più recenti fino al 2023, ma darà priorità ai veicoli più vecchi, più vulnerabili al guasto.
Tra i modelli coinvolti ci sono la Citroën C3 e C4, la Opel Corsa e Mokka, nonché la gamma Peugeot 208, 2008 e 308. A supporto dei clienti, Stellantis ha introdotto una garanzia speciale che copre completamente (100%) i costi di riparazione per 10 anni o fino a 240.000 chilometri, un tentativo evidente di limitare i danni d’immagine e contenere l’insoddisfazione degli automobilisti.
I clienti esasperati: un’altra tegola per Stellantis
Questa nuova ondata di richiami si aggiunge a una lunga serie di problemi tecnici e richiami che hanno segnato l’immagine di Stellantis negli ultimi anni. La mole di auto coinvolte e la natura stessa del difetto alimentano la frustrazione di una clientela esasperata, che si ritrova ancora una volta a dover sottoporre la propria auto a controlli e interventi, con inevitabili disagi.

Il fatto che il difetto riguardi un componente cruciale come la catena di distribuzione, che potrebbe causare danni irreparabili al motore, solleva questioni pesanti sulla qualità e l’affidabilità dei motori diesel prodotti dal gruppo. Mentre il settore automobilistico è sempre più orientato verso l’elettrificazione, questi problemi sulle motorizzazioni tradizionali rischiano di allontanare definitivamente una fetta di consumatori, soprattutto quelli che, dopo anni di investimenti, si aspettano una maggiore tranquillità nell’uso quotidiano.
In questo scenario, Stellantis dovrà fare i conti con la sfida non solo tecnica, ma anche della fiducia, in un mercato sempre più esigente e attento ai dettagli.