
Le norme sulla durata della sosta e l’occupazione abusiva di suolo pubblico(www.panorama-auto.it)
La presenza di auto parcheggiate per settimane o mesi sulle strade pubbliche rappresenta un tema di crescente attenzione.
Il fenomeno non riguarda solo l’uso improprio dello spazio pubblico, ma riflette anche le carenze strutturali nelle aree di sosta e le difficoltà normative legate alla regolamentazione della durata della sosta. Analizziamo come muoversi, quali sono i limiti stabiliti dalla legge e quali passi seguire per segnalare un veicolo lasciato troppo a lungo in strada.
Il Codice della strada definisce la sosta come la sospensione della marcia con possibilità per il conducente di allontanarsi dal veicolo, senza però indicare una durata massima entro cui un’auto può rimanere parcheggiata nello stesso punto in area pubblica. Questo vuoto normativo è spesso colmato da ordinanze comunali che stabiliscono regole precise per limitare la permanenza prolungata dei veicoli, al fine di garantire la rotazione degli stalli e la sicurezza stradale.
In generale, un veicolo in sosta deve essere:
– regolarmente targato;
– assicurato;
– idoneo alla circolazione;
– privo di intralci o pericoli per il traffico.
Nei parcheggi regolamentati, come quelli con disco orario o strisce blu, è obbligatorio rispettare i tempi indicati e pagare eventuali tariffe. L’occupazione abusiva di suolo pubblico si verifica quando un’auto resta parcheggiata oltre i limiti previsti dalle ordinanze, impedendo la normale fruizione degli spazi a cittadini e altri automobilisti. Questo include anche situazioni in cui un singolo veicolo occupa più stalli o si creano ostacoli fisici per mantenere il posto.
Le sanzioni per la violazione delle regole di sosta possono variare da multe amministrative — da 42 a 173 euro per sosta irregolare e da 173 a 694 euro in caso di occupazione abusiva — fino alla rimozione forzata del veicolo. Nei casi più gravi, si possono configurare anche reati penali per invasione di spazio pubblico, con pene che includono la reclusione.
Quando un’auto è considerata abbandonata e come intervenire
La semplice permanenza prolungata di un’auto in sosta non è sufficiente per definirla abbandonata. Secondo il Decreto Ministeriale 460/1999, un veicolo si considera realmente abbandonato solo se presenta condizioni certe quali:
– mancanza di targa;
– inutilizzabilità (mancanza di parti essenziali come ruote, vetri o sterzo);
– assenza di copertura assicurativa;
– evidente non idoneità alla circolazione.
In tali situazioni interviene la normativa sui rifiuti pericolosi, con la possibilità di rimozione e rottamazione del mezzo da parte delle autorità competenti.
La segnalazione tempestiva è fondamentale per la tutela della sicurezza e dell’igiene urbana. Per questo, i cittadini sono invitati a:
– documentare la situazione con foto dettagliate;
– raccogliere testimonianze dell’inattività del veicolo;
– inoltrare la segnalazione alla Polizia Locale tramite i canali ufficiali (numero di emergenza, PEC o portale comunale);
– verificare l’esistenza di regolamenti comunali specifici sulla durata della sosta.

La Polizia Locale è l’ente preposto a controllare il rispetto delle norme sulla sosta e a intervenire nei casi di occupazione abusiva o abbandono di veicoli. Si tratta di un corpo di polizia ad ordinamento civile con competenze specifiche nel territorio di riferimento, che svolge funzioni di polizia stradale, amministrativa, giudiziaria e ambientale.
Ogni comando di Polizia Locale può attuare controlli e adottare misure di rimozione quando i veicoli:
– costituiscono un intralcio alla circolazione o alla sicurezza;
– sono parcheggiati oltre i limiti temporali previsti da ordinanze comunali;
– risultano abbandonati secondo i criteri di legge.
Nei grandi centri urbani come Roma, il Corpo di Polizia Locale dispone di un sistema di centralino e numeri dedicati (ad esempio il numero unico di emergenza 112 e il numero 06.06.06 per le verifiche sui veicoli rimossi) per garantire un intervento tempestivo. La collaborazione attiva dei cittadini, segnalando i mezzi in modo documentato, è essenziale per permettere un’efficace gestione del problema.
I regolamenti locali possono prevedere anche eccezioni per categorie specifiche, come i residenti con permessi particolari o persone con disabilità, ma generalmente impongono un limite massimo di permanenza che varia da 7 a 15 giorni consecutivi per evitare l’occupazione prolungata degli spazi pubblici.