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Yamaha, non solo moto: la supercar giapponese da 600 cv che sembra un McLaren

Christian Camberini Dicembre 14, 2024
Yamaha hypercar

Yamaha auto (www.panorama-auto.it)

Yamaha, non soltanto motociclette nel corso della sua lunga storia: esiste anche un’auto incredibile da 600 cavalli.

Negli anni ’90, il mondo delle supercar era in piena espansione, con marchi storici e nuovi arrivati che cercavano di lasciare il segno nel settore delle auto ad alte prestazioni. Tra i nomi più iconici di quel periodo, l’hypercar della McLaren è emersa come una delle vetture più ambite e rispettate, grazie alla sua combinazione di ingegneria innovativa, design all’avanguardia e prestazioni senza pari.

Tuttavia, pochi sanno che Yamaha, un marchio principalmente noto per le sue moto e strumenti musicali, stava lavorando a un progetto ambizioso che avrebbe potuto sfidare la McLaren F1: la Yamaha OX99-11.

La nascita della Yamaha OX99-11

La Yamaha OX99-11 venne concepito nei primi anni ’90 come parte di un’iniziativa di Yamaha per entrare nel mondo delle automobili sportive. L’idea di base era quella di creare una vettura che potesse competere con le supercar europee di alta gamma, ma con un approccio distintivo che integrasse la tecnologia all’avanguardia tipica di Yamaha. La progettazione e lo sviluppo del veicolo iniziarono nel 1992, con l’obiettivo di produrre un’auto che non solo fosse veloce, ma che offrisse anche un’esperienza di guida unica.

Yamaha hypercar
L’hypercar pensata da Yamaha per entrare nel mercato delle auto (www.panorama-auto.it – X OneMotion)

Uno degli aspetti più affascinanti del progetto OX99-11 era il suo motore. Yamaha decise di utilizzare un propulsore V12, una scelta audace che rifletteva l’ambizione del marchio di competere con i migliori. Questo motore V12 era derivato da un’unità sviluppata per le competizioni di Formula 1, il che significava che la vettura avrebbe potuto vantare prestazioni straordinarie. La potenza era stimata intorno ai 600 cavalli, un numero che all’epoca era impressionante. Il motore era abbinato a un cambio sequenziale, che prometteva cambi di marcia rapidi e precisi, un elemento fondamentale per garantire prestazioni eccezionali su pista.

Il design del Yamaha OX99-11 era altrettanto innovativo. La carrozzeria era realizzata in fibra di carbonio, un materiale che stava guadagnando popolarità per la sua leggerezza e resistenza. Questo approccio non solo contribuiva a ridurre il peso complessivo dell’auto, ma migliorava anche l’efficienza aerodinamica. L’aspetto esteriore era caratterizzato da linee affilate e aggressive, che richiamavano il linguaggio stilistico delle supercar europee, ma con un tocco distintivo che rifletteva l’identità di Yamaha. Gli interni dell’auto erano progettati per offrire un mix di comfort e sportività, con sedili avvolgenti e un cruscotto orientato verso il guidatore.

La fine di un sogno

Tuttavia, nonostante l’entusiasmo e le ambizioni, il progetto OX99-11 non riuscì a vedere la luce. Nel 1994, Yamaha decise di interrompere lo sviluppo della vettura a causa di problemi finanziari che colpirono il Giappone tutto. La decisione di abbandonare il progetto fu un duro colpo per molti appassionati di auto e per gli ingegneri coinvolti, che avevano investito tempo e risorse significative nel sogno di realizzare un’auto sportiva di altissimo livello. Solo una manciata di prototipi furono costruiti, e la maggior parte di essi rimase nei laboratori di Yamaha, diventando una curiosità per gli appassionati di motori.

Yamaha hypercar
Un insuccesso che fa ancora male (www.panorama-auto.it – OneMotion)

Sebbene il OX99-11 non sia mai entrato in produzione, la sua storia è un interessante capitolo nel panorama automobilistico degli anni ’90. Rappresenta non solo l’aspirazione di un marchio a diversificarsi, ma anche la competizione intensa e le sfide che le case automobilistiche affrontano quando cercano di entrare in un mercato dominato da nomi storici. Inoltre, il tentativo di Yamaha di entrare nel settore delle supercar e delle automobili in generale evidenzia come l’innovazione e la creatività possano emergere anche da marchi non tradizionalmente associati al mondo delle quattro ruote.

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