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Le auto cinesi sono così malvagie? Secondo un noto meccanico, no. Ecco da cosa nasce lo stereotipo e qual è la realtà.
Tanti anni fa, nel nostro paese una invasione di auto cinesi come quella che si sta registrando in questi mesi – BYD ha superato Tesla nelle vendite ed MG e DR Automobiles sono tra i brand più popolari del nostro paese – sarebbe stata impensabile per un semplice motivo. Le auto cinesi avevano una pessima fama, sia dal punto di vista della sicurezza che sul discorso dell’originalità dei componenti.
I crash test dei primi modelli arrivati in Europa ad inizio duemila che avevano dato risultati aberranti e il fatto che molte vetture copiassero direttamente modelli europei più famosi come lo scandaloso caso della LandWind di inizio millennio avevano convinto gli osservatori europei che i cinesi non fossero in grado di affermarsi in questo mercato così complesso. Eppure, i dati li stanno oggi smentendo.
Il fatto è che in Cina in questi ultimi dieci anni c’è stata un’evoluzione importante nel mondo dei motori. I brand hanno infatti appreso dai loro errori, preso le lezioni giuste e le hanno applicate su una nuova generazione di SUV, auto elettriche e citycar che ora non sembrano avere nulla da invidiare ai veicoli occidentali. E non sono solo le vendite, a confermare tutto questo.
Auto cinesi, la verità che non ti dicono
Un dettaglio che probabilmente ad onor del vero i brand europei non hanno intenzione di farvi conoscere è che molte auto cinesi ormai beneficiano anche di componentistica europea ed americana! A rivelarlo sono meccanici professionisti come Talleres_Piba_Oficia, un professionista spagnolo molto attivo su TikTok che ha parlato di un brand dal nome europeo ma dalla dirigenza cinese che ha in realtà ottimi componenti europei.

Stando alla sua analisi sulle automobili MG il meccanico ha rivelato che molte componenti, dalla cinghia di distribuzione fino alla batteria, non sono prodotti in Cina bensì in Germania. La prova sono i marchi impressi su questi componenti come ATE – Germania appunto – Gates – Regno Unito – Bosch – sempre Germania – e via discorrendo. Tutti marchi di comprovata reputazione ed affidabilità.
Altri due esempi sono BYD che impiega software occidentali per i suoi sistemi di autopilot, ADAS ed infotainment, NIO che vanta batterie di provenienza europea e, per restare nell’universo di Stellantis, Leapmotor che integra molte componenti prodotte dai marchi della holding olandese nei suoi veicoli. Insomma, i cinesi ci stanno invadendo usando i nostri componenti come arma, dopo anni di presunta superiorità europea sull’automotive cinese. Ironico.