Riceve un totale di 28.000 euro di multe per non essersi mai accorto della presenza di un autovelox nascosto: l'incredibile storia di un uomo - www.panorama-auto.it
Il MIT aggiorna la lista nazionale degli autovelox omologati: solo i dispositivi registrati possono emettere multe valide
La mappa degli autovelox italiani è finalmente nero su bianco. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, come riferisce anche alanews.it nel suo articolo di approfondimento, ha pubblicato online l’elenco ufficiale dei dispositivi autorizzati, un passaggio decisivo per mettere ordine nel sistema dei controlli di velocità e garantire regole più trasparenti agli automobilisti.
La registrazione alla piattaforma del MIT era obbligatoria entro il 28 novembre 2025, data entro la quale Comuni, Province e altri enti dovevano indicare i dettagli tecnici di ogni apparecchio. È una rivoluzione silenziosa ma fondamentale: chi non è in lista non può elevare multe. Le sanzioni emesse con dispositivi non censiti sono da considerarsi nulle.
Come funziona la nuova piattaforma del MIT e cosa cambia per gli automobilisti
Il portale dedicato raccoglie tutte le informazioni necessarie per verificare la regolarità degli strumenti utilizzati sul territorio. Ogni autovelox deve essere registrato con marca, modello, matricola, ubicazione precisa e documento di omologazione. Una mancanza anche minima può invalidare le sanzioni.
Il decreto direttoriale n. 367 del 29 settembre 2025 ha reso la pubblicazione della lista obbligatoria e continua: il database sarà aggiornato in modo progressivo, così da evitare zone d’ombra o apparecchi “fantasma”.
Secondo i dati preliminari di ASAPS, i dispositivi attivi nel 2025 sono 3.625, tra autovelox fissi, mobili e in movimento. La distribuzione riflette un Paese a più velocità: Milano guida la classifica con 134 apparecchi, seguita da Torino (116) e Roma (115), mentre Napoli ne conta appena 8.
La Polizia Stradale gestisce 586 strumenti, compresi i sofisticati Tutor 3.0 e SICVe utilizzati per la velocità media; i Carabinieri, invece, sono responsabili di un solo dispositivo registrato.
Omologazione, controlli e ricorsi: la giungla normativa che riguarda gli autovelox
Il tema dell’omologazione resta centrale. La Corte di Cassazione, con una sentenza del 2024, ha stabilito che le multe sono valide solo se emesse tramite dispositivi omologati, e non semplicemente approvati. Il Ministero ritiene la distinzione in parte formale e invita i prefetti a respingere i ricorsi su questo punto, ma molti esperti legali suggeriscono comunque di contestare le sanzioni dubbie, confidando nella giurisprudenza consolidata.
Nel frattempo la Polizia di Stato continua ad aggiornare settimanalmente le postazioni in cui sono attivi controlli di velocità, sia fissi che mobili, dai classici autovelox alle pistole Telelaser e TruCAM, passando per i Tutor sulle arterie autostradali. Un monitoraggio costante che mira non a fare cassa, ma a ridurre gli incidenti causati dall’eccesso di velocità.
Dove consultare l’elenco completo: il portale ufficiale del MIT
Per verificare se un autovelox è autorizzato — e quindi se una multa è davvero valida — gli automobilisti possono consultare in qualsiasi momento il database ufficiale del MIT all’indirizzo:
https://velox.mit.gov.it/dispositivi
È uno strumento pensato per tutelare i cittadini, garantire uniformità nei controlli e mettere definitivamente fine ai dubbi sulla regolarità dei dispositivi.
La trasparenza, questa volta, passa davvero per il digitale.
