
Una Lamborghini abbandonata (www.panorama-auto.it)
L’Elvis greco, così ricco da permettersi di abbandonare una Lamborghini per 30 anni: l’incredibile e assurda storia.
Pensare a una Lamborghini abbandonata è sempre qualcosa che ferisce gli appassionati e gli addetti ai lavori. Stiamo parlando di una delle aziende più iconiche e amate in fatto di produzione auto sportive e di lusso, adesso come in passato, quindi quando capita qualcosa del genere un amante delle quattro ruote si sente automaticamente ferito.
Proprio per questo, abbiamo deciso di raccontarvi la storia che stiamo per rivisitare. Qualcosa di abbastanza assurdo e che coinvolge la splendida Miura, anche se non esattamente nel modo in cui vorremmo scoprire.
Ci riferiamo al trattamento che un esemplare ha ricevuto da quello che viene definito l’Elvis greco. Ma che, evidentemente, non ha saputo apprezzare un autentico gioiello dell’automobilismo mondiale, considerato ancora oggi uno dei veicoli più belli pensati dagli ingegneri di Sant’Agata Bolognese.
Lamborghini abbandonata per 30 anni: la storia dell’Elvis greco
Stamatis Kokotas, cantante greco più comunemente noto come l’Elvis di Atene, ha abbandonato per 30 anni la sua Lamborghini Miura S. Ma procediamo con ordine. Ha ricevuto tale auto da Aristotele Onassis, imprenditore greco più celebre del 20° secolo, marito di Jackye Kennedy e famoso per il suo essere generoso. Dopo soli tre anni e 83.000 chilometri percorsi, però, il V12 della Lamborghini in questione ha avuto una battuta d’arresto. E così il cantante se n’è immediatamente disinteressato.

Non l’ha riparata e ha invece spedito il motore in Italia. La carrozzeria è stata abbandonata nel parcheggio sotterraneo dell’Hilton di Atene per trent’anni. Una decisione che non può che fare male al cuore, anche perché la versione S è una delle auto più ricercate ancora oggi, essendo considerata da molti la prima vera supercar della storia e addirittura fra le auto più belle di sempre.
Nel 2004, in occasione delle Olimpiadi ad Atene, è stata riportata alla luce e restaurata. Rimasta invenduta a un’asta nel 2012, esiste ancora oggi ma non sappiamo se qualcuno se ne stia effettivamente prendendo cura. Questa storia ci dice molto sul folle consumismo economico e di beni che finiscono nel dimenticatoio dopo essere appartenuti a persone ricchissime.
Come se tutta quella ricchezza, invidiata dalla maggior parte della popolazione, finisse per annoiare i pochi che hanno la fortuna di usufruirne. Il che, fra parentesi, dice tantissimo anche sull’effettiva utilità del mantenimento effettivo di tutti questi oggetti lussuosi, così come la spesa costante dei (tantisismi) soldi che certe figure guadagnano ogni giorno.