
Auto cinesi, come vogliono aggirare i dazi UE (www.panorama-auto.it)
La Cina sta pensando a un modo efficace per aggirare i dazi dell’Unione Europea: di cosa si tratta nello specifico.
L’obiettivo della Cina appare sempre più quello di sorprendere sul mercato delle quattro ruote, avvicinandosi anche ai mercati di oltreoceano. Farlo non è semplice, però, soprattutto a causa dei dazi che colpiscono costantemente le aziende cinesi produttrici di automobili elettriche e non solo.
Per aggirare questo sistema che limita non poco i prodotti provenienti dal Paese orientale in questione, quest’ultimo sta pensando a un metodo più semplice e utile – almeno dal punto di vista legale – per giocarsi le proprie carte sul mercato automobilistico mondiale.
Sarà abbastanza per prendere in controtempo l’Unione Europea? Prima di capire questo, è sicuramente utile approfondire la modalità in cui si vuole muovere la Cina attraverso le sue società produttrici di modelli a quattro ruote.
Cina, come vuole aggirare i dazi UE: il piano
Secondo una recente analisi di Schmidt Automotive Research, le aziende cinesi stanno puntando maggiormente sulla realizzazione di auto alimentate a benzina, diesel e ibride per sfuggire ai dazi dell’Unione Europea. Un modo come un altro per espandersi sul mercato automobilistico europeo, senza però subire le conseguenze che riguardano specialmente le macchine elettriche. Ma dove avverranno le importazioni? Principalmente, Italia, Spagna e Regno Unito, in cui si trova il 68,2% delle auto cinesi vendute in Europa. Il motivo è semplice, al loro interno c’è una forte domanda di veicoli tradizionali e con regolamentazioni meno stringenti rispetto ad altre Nazioni presenti in Europa.

E così, sia per una questione di vendite che legale, la Cina preferisce investire tempo e denaro in importazioni che subiscono meno conseguenze da parte dell’Unione Europea, come per l’appunto può avvenire con una vettura a diesel o benzina. Il che, però, crea un problema superiore alla protezione commerciale di un continente rispetto ad un altro, che è quello dell’inquinamento ambientale. Così facendo, rallenta la transizione ecologica e aumentano le emissioni, essendoci più vetture tradizionali sul mercato e presumibilmente anche in strada.
Troppa competizione e proibizionismo creano conseguenze come la minore attenzione ai temi ambientali e di sostenibilità. Nel frattempo, è previsto in Europa un milione di automobili cinesi entro fine 2025, e così l’Europa rischia di trovarsi davanti a una sfida complessa per il futuro dell’automotive, quindi anche l’UE dovrà adattarsi a qualche cambiamento. Anche perché il 2035 si avvicina, e non riuscire a raggiungere gli obiettivi ambientali prefissati potrebbe essere una dinamica pericolosa non per l’Europa, ma per il mondo intero.