
Stanno comprando tutto - www.PanoramaAuto.it
Ormai Maserati non naviga in buone acque e l’unico modo per salvarla potrebbe essere drammatico: vendere tutto agli arabi. La trattativa è in corso.
La notizia scuote il mondo dell’automotive italiano: Maserati potrebbe diventare proprietà araba. La storica casa del Tridente, simbolo di eleganza e potenza made in Italy, sembra destinata a lasciare il gruppo Stellantis, in una trattativa che coinvolge anche Alfa Romeo e lo stabilimento di Cassino. Qualcosa sta accadendo davvero, dietro le quinte.
Secondo fonti attendibili e l’esperto giornalista Pierluigi Bonora, alcuni importanti investitori provenienti dagli Emirati Arabi Uniti hanno manifestato un forte interesse per il marchio Maserati. Inizialmente, si parlava solo di un possibile ingresso di Maserati nel gruppo Ferrari, ma questa opzione sembra ormai tramontata definitivamente. A quel punto, Stellantis avrebbe deciso di aprire a una cessione più ampia, proponendo agli investitori un pacchetto che comprenderebbe non solo Maserati ma anche Alfa Romeo e lo stabilimento di Cassino, cuore produttivo della casa del Biscione.
La trattativa appare complessa, con uno “strano” tira e molla in corso: gli investitori emiratini puntano esclusivamente su Maserati, mentre Stellantis insiste per includere nel pacchetto anche Alfa Romeo e Cassino. Un’offerta che, se confermata, porterebbe a un ridisegno epocale del panorama automobilistico italiano, con un marchio storico e un impianto produttivo strategico che passano di mano. Emiliano Perucca Orfei, noto esperto del settore, ha approfondito la questione in un video pubblicato oggi su YouTube, confermando la delicatezza e portata della vicenda.
Una profonda crisi senza fine…
Dietro questa possibile cessione c’è un dato di fatto: Stellantis gestisce ben 14 marchi, un numero giudicato insostenibile da quasi tutti gli analisti di settore. La necessità di razionalizzare il portafoglio brand è ormai un’urgenza, e Maserati e Alfa Romeo sono tra i principali candidati a essere sacrificati. La strategia è chiara: concentrarsi su marchi più redditizi e snellire la struttura.
Le voci su questa maxi-trattativa non sono nuove. Nei mesi scorsi, prestigiosi quotidiani internazionali come il Wall Street Journal e il New York Times avevano già indicato Maserati e Alfa Romeo come possibili “pezzi da scambiare” per garantire la sostenibilità del gruppo.

Il quadro generale di Stellantis in Italia non è confortante. Gli stabilimenti soffrono, tra l’uso persistente di ammortizzatori sociali e un clima di incertezza per i lavoratori. A Cassino, lo stabilimento simbolo per Alfa Romeo, la situazione rimane critica. Il sindacato Fim-Cisl ha annunciato che nei prossimi giorni effettuerà un nuovo monitoraggio della produzione per aggiornare sullo stato del 2025. Questo nonostante i SUV di Alfa Romeo abbiano sanato in parte i bilanci vendendo molto bene.
Le ultime stime indicano che entro fine anno in Italia saranno prodotti circa 440.000 veicoli, suddivisi tra 250.000 automobili e il resto furgoni. Un dato che rappresenta un netto calo rispetto al passato glorioso, quando nel 2017 la produzione superava il milione di unità, ben 1.035.454 vetture Secondo la società di consulenza AlixPartners, questo declino produttivo riflette il fallimento della precedente strategia industriale di Stellantis sotto la guida di Carlos Tavares. La necessità di nuove scelte gestionali e produttive è ormai evidente, non solo per invertire la tendenza negativa ma soprattutto per garantire stabilità occupazionale e competitività sul mercato globale.
L’ipotesi che Maserati, Alfa Romeo e Cassino possano finire sotto controllo emiratino rappresenta un bivio cruciale per il futuro dell’industria automobilistica italiana. Una svolta che scuote le fondamenta di un settore storico, spingendo a riflettere sulle strategie di sviluppo e sulle scelte politiche da adottare per salvaguardare il patrimonio industriale nazionale prima che venga ceduto all’estero come troppo spesso è accaduto in passato.