
Cambiamento tremendo per Nissan (Nissan Media Press) - www.PanoramaAuto.it
Novità assurda sulla casa Nissan, dopo un’epoca d’oro, è andata a finire così.
La casa giapponese Nissan sta attraversando un momento di grande difficoltà così serio che ad inizio anno, si era addirittura parlato di una possibile chiusura dell’azienda senza sovvenzioni esterne o investimenti di qualche finanziatore estero. Il sodalizio con Mitsubishi e Renault potrebbe non essere sufficiente per mantenere a galla la casa nipponica e, in generale, non si respira una bella aria in casa del brand di Nishi-Ku.
Come siamo arrivati a questo? Secondo il nuovo CEO Ivan Espinosa alla base di questo momento durissimo per l’azienda nipponica ci sono state alcune scelte pessime della passata gestione che hanno sopravvaluto la nicchia di mercato dell’azienda nipponica. Gli impianti produttivi sono stati ampliati, spinti al limite delle loro capacità e allo stesso modo sono stati assunti molti lavoratori ma a tutto questo, non ha corrisposto un ritorno economico sufficiente.
In ogni caso, l’annata che sta per finire sarà cruciale per l’azienda che si sta giocando senza tanti giri di parole la propria sopravvivenza a breve e lungo termine. E in questo momento, la notizia che arriva direttamente dal Giappone dove c’è la sede centrale dell’azienda nipponica non è incoraggiante, visto che un impianto importantissimo sta per chiudere i battenti.
Chiusura di Oppama, Nissan sull’orlo del baratro
L’azienda di Nishi-Ku ha raggiunto un compromesso importante ma molto pesante, una decisione definitiva che lo stesso Espinosa definisce: “Molto dura ma necessaria”, ossia la chiusura dello storico stabilimento di Oppama. Lo storico impianto del marchio giapponese da cui sono uscite auto storiche come la Dastun Bluebird o la Nissan Leaf era attivo dal 1961, cosa che lo rende uno dei più antichi della storia del marchio.

Nel corso di oltre cinquant’anni di attività a Oppama sono state costruite poco meno di 18 milioni di automobili, cifre importantissime che però non sono state sufficienti a giustificarne il mantenimento in questa fase di “ristrutturazione” del marchio. La produzione dello stabilimento che entro il 2027 andrà a chiudere per sempre sarà trasferita a Kyushu assieme a molti lavoratori.
“Non è stato semplice, né per me né per l’azienda, ma credo sia un passo fondamentale per superare le sfide attuali e costruire un futuro sostenibile”, l’analisi del CEO che ha dovuto staccare la spina ad un pezzo importantissimo dell’azienda. Speriamo solo che tagliare sul passato possa almeno garantire al brand un futuro luminoso.